Cassina Sleeping Authentic

Rodolfo Dordoni, Piero Lissoni, Philippe Starck – una nuova collezione di letti d’autore arricchisce la cultura del dormire firmata Cassina.

Milano, dal 20 settembre 2012. Sleeping Authentic è l’originale interpretazione della zona notte. Quattro nuovi letti d’autore: Sled di Rodolfo Dordoni, Moov e Mex di Piero Lissoni, e Volage di Philippe Starck.
Scenario dell’evento, lo storico showroom di via Durini a Milano, nel nuovo restyling curato da Piero Lissoni.

Fulcro della nuova collezione letti di Cassina, è la riflessione sul letto nella sua doppia valenza: oggetto dalla bellezza accogliente e distensiva e strumento dell’abitare dedicato al riposo. L’azienda affida il design a tre grandi maestri della scena contemporanea, Dordoni, Lissoni e Starck e, insieme a loro, va nel cuore strutturale del letto con una approfondita ricerca attorno alla cultura del dormire e l’utilizzo delle tecniche e dei sistemi più avanzati per un corretto riposo. Ogni letto offre così una sintesi ben calibrata tra forma e funzione, estetica e contenuto, cultura e industria.

Sleeping Authentic. Un progetto autentico perché coerente e completo. Una collezione innovativa, concepita per offrire una qualità di vita che unisce al meglio piacere visivo, ergonomia e comfort.

Riposare. Addormentarsi. Dormire. Sognare. Svegliarsi. Gli equilibri, gli stati del corpo hanno precise corrispondenze nella vita della mente che di ogni gesto, respiro, sguardo, movimento traccia il profondo racconto interiore. Storie personalissime fatte della percezione sottile e intensa di atmosfere, ombre, luci, suoni, odori, ricordi. Una camera adatta al sonno è un porto ombroso e luminoso, un luogo naturale e mentale che conduce al centro di sé e, insieme, spinge a viaggi indicibilmente lontani e segreti. È uno spazio astratto e materiale, fatto di presenze amichevoli, essenziali. Oggetti capaci di salutare a ogni partenza; di accogliere a ogni ritorno.

Rest. Fall asleep. Sleep. Dream. Wake up. Balance: the actions of the body mirror the mind where every gesture, breath, glance or movement is a reflection of our innermost thoughts. Highly personal thoughts embracing deep, yet subtle perceptions of atmosphere, shadows, lights, sounds, smells and memories. A proper bedroom is a luminous haven that is full of shadows; a place that exists both physically and mentally, leading us to our very cores, gently encouraging us to take off to secret, faraway places. It is both abstract and real, encompassing friendly presences of fundamental importance. Unique, authentic objects that can wave good-bye to every departure and welcome every homecoming.

CHAMBRE N°01

Che cos’è un letto? Ciò che rimane, una volta eliminato tutto ciò che il riposo induce a lasciare sulla sponda del giorno per essere più profondo, più lieve. Il disegno nitido di uno spazio per il corpo immaginato ad hoc: disteso, confortevole, sereno. Di proporzioni esattamente corrispondenti a quelle che si immaginano adatte a sé, in omaggio a un’idea di spazio che rivela le proprie necessità, la dimensione di un territorio invisibile e molto personale. Una misura affacciata sull’infinito e trovata rinunciando all’eccesso. Che poi, in fondo è il solo, autentico lusso.

“What makes bed? It is what remains as we eliminate everything that our sleep told us to leave behind, opening our eyes to a deeper, but lighter day. The clear cut lines of a bed designed for us alon e: stretched out, comfortable and serene. Just the right size for us, giving us an idea of the space that reflects our needs and the proportions we think we need to create our own personal, invisible territory. A size that seeks infinity and finds
it, eliminating the superfluous. Which is really our only true luxury.”

CHAMBRE N°02

Mettere al centro il sonno fa della stanza che lo accoglie un teatro adatto ad accogliere l’assenza: di rumori, di movimenti, di colori. Di interferenze. Un ambiente spoglio, perfettamente calibrato sul riposo, dove ogni cosa
rimane al confine del tempo quotidiano. Qui, allora, il letto diventa uno spazio nello spazio: un luogo separato e autosufficiente che somiglia tanto a un’isola. E che sembra suggerire che il sonno è un territorio vasto, misterioso e perfettamente orizzontale. E, come il mare, a volte tempestoso, a volte un po’ mosso, a volte beatamente tranquillo.

“If we put sleep onstage, the space containing a theatre embraces certain absences: of sound, movement or colour. Or interference. A denuded environment that is perfectly gauged for sleep, laying at the edges of normal day to day life. This is where the bed becomes a space within a space: a separate, self-sufficient place that could be an island. That seems to suggest that sleep is a vast, mysterious, perfectly horizontal place. Just like the sea, sometimes stormy, sometimes choppy, and sometimes blissfully peaceful.”

CHAMBRE N°03

Cosa sogna un re? Che domanda: un regno ad altezza di fiaba. E dove lo sogna? In un letto che potrebbe disegnare solo un bambino dotato di grande fantasia. Un letto che dichiari a gran voce l’importanza del sognatore e sappia governare gli oggetti che popolano lo spazio della notte con tutta la grazia e l’arroganza dell’ingenuità. Un letto che non faccia mistero del suo amore per il fasto e la tradizione, ma nemmeno della sua voglia di stupire, trasgredendo la norma del buon senso. Un oggetto un po’ trono e un po’ boudoir, un po’ imperioso, un po’ ironico. In una parola, regale.

“What dreams a king? What a question: a kingdom worthy of a fairytale. And where does he dream it? In a bed that could only be designed by a child with a vivid imagination. A bed that loudly proclaims the importance of the
dreamer and can rule over the night with all the grace and arrogance of innocence. A bed that will not disguise its love of grandeur and tradition, or its desire to astound, ignoring all rules of good sense. A bed that can serve as a throne or a boudoir; a stately bed that nevertheless doesn’t take itself too seriously. Basically, regal.”

CHAMBRE N°04

Aria, acqua, terra, fuoco. Galleggiare fra i quattri elementi, sospesi al centro della stanza. Il letto come una caravella, agile, avventurosa, disegnata nella sostanza nobile del più naturale dei materiali: il legno. Un oggetto esatto, rigoroso, pensato per assecondare il corpo nei meccanismi ad alta precisione del sogno. Per cullare la mente nell’equilibrio perfetto del riposo. Mezzo, insieme, astronomico e poetico, fatto per traghettare
dal giorno alla notte. Dal buio alla luce. Un’economia di forme che fa pensare a viaggi nello spazio, ad ali tecnologiche, ma anche di gabbiano.

“Air, water, earth, fire. Floating  between the four elements, suspended in the middle of the room. The bed as an agile, adventurous caravel, made from the most noble of natural materials: wood. A precise object, designed to
provide targeted support for the body as it moves along the airwaves of a dream. To cradle the mind in the perfect equilibrium of sleep. Providing the means for ferrying one across the sky from day into night. From darkness to light. A structure that brings space travel to mind, wings that may be technologically advanced but that could also belong to a seagull.”

CHAMBRE N°05

Letto come struttura ridotta all’essenza. Branda, giaciglio, asse. Monacale strumento del sonno, la più misteriosa fra le attività umane. Quella che più avvicina e allontana da sé, spingendo a un tempo nel profondo della mente e nell’alto mare aperto dell’altrove. Esperienza fisica e metafisica. La bellezza dell’oggetto, allora, sta nella misura contenuta; il calore, nel soffio vivo del legno, che rasserena. C’è un conforto segreto dello scoprirsi in grado di fare a meno di presenze e segni non necessari. Nello scoprire che la bellezza del vuoto sa accogliere così lievemente.

“A bed stripped down to its  essential components. Hammock, bedding, boards. A monastic instrument for sleeping, that most mysterious of human activities. The activity that brings you closest to yourself while you are farthest away from yourself, pushing you into the depths of your mind in the high seas of elsewhere. A physical and metaphysical experience. The beauty of the object lies in what it contains within; the heat in the alive and reassuring breath of wood. There is secret comfort to be found in the discovery that you can make without unnecessary presences or signs. In discovering that the beauty of emptiness knows how to provide such a gentle welcome.”

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