Charlotte Perriand

Charlotte Perriand Parigi 1903 Parigi 1999

Dopo un periodo di studio all’École de l’Union Centrale des Arts Décoratifs a Parigi ebbe alcune esperienze nel campo del disegno dei mobili e dell’arredamento, esponendo al Salon d’Automne. Dal 1927 al 1937 collabora con Le Corbusier e Pierre Jeanneret; in questo periodo realizzerà alcuni tra i mobili più famosi che entrano di diritto nella storia del design, progettando anche molti arredi. Nel 1930 intraprese un lungo viaggio in Unione Sovietica, che la mise in contatto con l’ambiente fertile di idee del costruttivismo russo e che sicuramente ne segnò la vita professionale.

Nel 1933 fu una delle poche donne a partecipare al IV CIAM ad Atene. Nel 1940 la Perriand parte per il Giappone, dove era stata invitata a tenere un seminario sul nuovo design. Subisce la fascinazione dei nuovi materiali, e si occupa di realizzare prototipi con un gruppo di studenti. Appartiene a quel periodo la sua sperimentazione sui materiali tradizionali giapponesi, che le servono per ripensare il tubolare d’acciaio. Realizza così una versione della chaise longue interamente in bambù, reinterpretando il rapporto tra tradizione e modernità. Il periodo della guerra è pieno di avvenimenti burrascosi e di momenti difficili. Al rientro in Francia, subito dopo la fine della guerra riprende l’attività in studio, sempre all’insegna della sperimentazione delle nuove arti grafiche, anche grazie agli incontri con i maggiori pittori del tempo, tra cui Léger, Prouvé, Costa. Durante la sua intensa vita professionale le vengono conferite numerose onorificenze e le sono dedicate diverse mostre retrospettive, continuando a dedicarsi ad arredi di interni che contribuiscono ad ampliare la sua rilevanza a livello internazionale.

I suoi oggetti sono animati da nuovi e intensi valori estetici, consentendo di trovare nella quotidianità continue sfide ed esperienze artistiche.  Ogni suo progetto è pensato in relazione a uno spazio specifico, in una visione globale del progetto architettonico. Spesso associata all’uso del metallo cromato, lei stessa dichiara che il metallo in arredamento ricopre lo stesso ruolo del cemento in architettura, una vera e propria rivoluzione: “la torre Eiffel non si sarebbe mai potuta costruire in legno”. Eppure, accanto a questo lavoro, la Perriand è capace di apprezzare i materiali tradizionali provenienti dalla campagna provenzale, così come è evidente l’influenza esercitata dal suo lungo soggiorno in Giappone. Si distingue per la grande sensibilità plastica e, come dimostra l’atmosfera della sua casa, è maestra nella progettazione dello spazio domestico e nell’uso dei setti per nascondere e rivelare stanze. La Perriand riesce a mettere a frutto l’interesse congiunto per la scultura, la pittura, l’architettura e il design. Fu un’artista e un architetto prima ancora che una designer. Si spegne all’età di 96 anni a Parigi nel 1999.

 

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