Superleggera Gio Ponti, icona del design italiano

Gio Ponti disegna nel 1957 la sedia Superleggera, così chiamata perché composta da una struttura esile e molto leggera in legno di frassino, che per natura è molto flessibile. Nonostante le apparenze, la superleggera Giò Ponti è molto resistente grazie all’ampia distanza tra le gambe. Leggenda vuole che sia stata testata lanciandola dal quarto piano di un edificio.

Il nome superleggera non è casuale, pesa infatti appena 1,66 kg e si solleva con un dito. Un oggetto storico, da tenere ben stretto come pezzo da collezione. Non male, se si pensa che Gio Ponti la descriveva come una normale sedia, leggera, sottile e conveniente: caratteristiche proprie di un oggetto d’uso comune. Una descrizione comunque modesta visto che per realizzare il primo prototipo ci sono voluti ben otto anni.

Tra le particolarità che caratterizzano la sedia superleggera Gio Ponti troviamo:
– lo schienale che si curva nella parte superiore per accogliere la schiena e la seduta realizzata in un materiale inusuale.
– la canna d’india, tipico della sedia di Chiavari, risalente al primo Ottocento, cui la Superleggera si ispira.

La sedia Superleggera Gio Ponti é prodotta da Cassina, un eccellenza del design italiano conosciuta in tutto il mondo.
Sul finire degli anni Quaranta, Cassina si apre alle collaborazioni con progettisti esterni all’azienda: la separazione della progettazione dalla produzione segna il progressivo passaggio dalla dimensione artigianale a quella industriale, e l’avvio di ricerche formali e di sperimentazioni sui materiali che si dimostreranno molto ricche di risultati. La collaborazione con Gio Ponti è indubbiamente tra le più proficue.

Sedie Superleggera Gio Ponti Cassina in esposizione nel nostro showroom
Non sarebbe stato possibile creare la sedia superleggera senza l’abilità e la capacità di sperimentazione e di lavorazione di Cassina e dei suoi artigiani. Attraverso progressivi alleggerimenti della struttura (una sezione triangolare di soli 18 millimetri di lato) e modifiche sulla forma dei montanti, si arriva ad una sedia molto robusta che pesa solo 1,66 kg. Prodotta e venduta da quasi cinquant’anni, la Superleggera è simbolo della forza della dialettica tra poetica del progettista e caparbietà e conoscenza tecnologica degli artigiani dell’azienda.
Superleggera Cassina, conosciuta anche con la sigla 699, é ora disponibile oltre ai modelli classici in frassino naturale, laccato nero o bianco con seduta in canna d’India anche con seduta imbottita colorata in pelle o in tessuto sfoderabile.

La sedia Superleggera Gio Ponti Cassina é un oggetto originale simbolo intramontabile di eccellenza del design italiano. Un elemento di design pronto ad arrichire ogni vostro ambiente. L’unica e originale é acquistabile sul nostro store online.

BIOGRAFIA GIO PONTI:

Gio (Giovanni) Ponti, noto designer e architetto milanese, nasce nel capoluogo lombardo il 18 novembre 1891. Dopo aver interrotto gli studi a causa della chiamata alle armi durante la prima guerra mondiale, consegue la laurea in Architettura nel 1921 al Politecnico di Milano. Inizialmente apre uno studio assieme all’architetto Emilio Lancia (1926-1933), poi collabora con gli ingegneri Antonio Fornaroli ed Eugenio Soncini. Nel 1923 Gio Ponti partecipa alla Biennale di Arti Decorative a Monza; successivamente viene coinvolto nell’organizzazione delle varie triennali che si svolgono a Monza e Milano. Inizia negli anni ’20 un’attività di design presso l’industria ceramica Richard Ginori: Ponti rielabora complessivamente la strategia di disegno industriale della società. Con le ceramiche vince il “Gran Prix” all’Esposizione di Parigi del 1925. In questi stessi anni inizia anche un’attività editoriale: fonda nel 1928 la rivista “Domus”, testata che non abbandonerà più, fatto salvo un breve periodo durante la seconda guerra mondiale. “Domus” assieme a “Casa bella” rappresenterà il centro del dibatto culturale dell’architettura e del design italiano della seconda metà del Novecento. L’attività di Gio Ponti negli anni ’30 si estende ulteriormente: organizza nel 1933 la quinta triennale a Milano, disegna le scene ed i costumi per il teatro La Scala, partecipa all’ADI (Associazione del Disegno Industriale) ed è tra i sostenitori del premio “compasso d’oro” promosso dai magazzini La Rinascente. Riceve in questo periodo numerosi premi sia nazionali che internazionali. Designer universale, dopo aver realizzato moltissimi svariati oggetti nei più diversi campi – dalle scenografie teatrali, alle lampade, alle sedie, agli oggetti da cucina, agli interni di famosi transatlantici, fino alla Pavoni, una macchina per caffé espresso da bar – nel 1936 gli viene offerta una cattedra presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, incarico che manterrà fino al 1961. Insieme a Fornaroli, nel 1951 si unisce allo studio l’architetto Alberto Rosselli; intanto il design come l’architettura di Gio Ponti diventano sempre più innovativi abbandonando i frequenti richiami al passato neoclassico. Questo è da considerarsi come il periodo di più intensa e artisticamente feconda attività di Ponti: negli anni ’50 verranno realizzate di fatto le sue opere più importanti. Ne sono un esempio il secondo palazzo ad uffici della Montecatini (1951) e il Grattacielo Pirelli (1955-1958) a Milano. I 120 metri di altezza di quest’ultima opera – costruita intorno ad una struttura centrale progettata da Pierluigi Nervi – fanno del “Pirellone” (come sono soliti chiamarlo i milanesi) uno dei grattacieli in cemento armato più alti del mondo. Degli anni ’60 sono le chiese milanesi di San Francesco (1964) e di San Carlo (1967). Del 1970 la Concattedrale di Taranto. Gio Ponti muore a Milano il 16 settembre 1979.

www.giopontiarchives.org
www.cassina.com

 

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